Il Covid ha scombinato i programmi di tutti, vacanze comprese.
Con mio marito avremmo dovuto accompagnare un gruppo in bici in Germania e, saltato il biciviaggio, abbiamo deciso di improvvisarne uno breve a tema, alla scoperta di alcuni dei comuni aderenti alla rete Comuni Ciclabili, lungo la Ciclovia Adriatica tra la Romagna e le Marche. Abbiamo quindi seguito i consigli di chi suggeriva vacanze di prossimità in Italia, perché il nostro Bel Paese ha sempre molto da offrire e troppo spesso non ne siamo consapevoli. Abbiamo anche scelto la modalità bici+treno per una vera sostenibilità della vacanza: Greta Thunberg insegna….ma noi abbiamo imparato da tempo!

La nostra vacanza, quindi, comincia dopo aver caricato le borse sulla bicicletta per la prima pedalata della giornata verso Milano, dove prenderemo il treno che ci porterà a Cesena. Il treno è un regionale dell’Emilia Romagna, di quelli dotati di rastrelliera per bici: comodo e confortevole e distanze tra i passeggeri rispettate.

A Cesena troviamo una bella cittadina diventata famosa per aver adottato una serie di interventi di moderazione del traffico su tutto il territorio, interventi semplici ma efficaci per favorire una ciclabilità diffusa. Da Cesena pedaliamo verso il mare, alla volta di Cesenatico, lungo un percorso quasi tutto ciclabile e protetto: d’obbligo la foto sul ponticello che attraversa il Rubicone con busto di Giulio Cesare.

Se la prima giornata è stata all’insegna della lentezza lungo un percorso breve (circa 20 km), quella successiva è stata piuttosto impegnativa: oltre 80km per arrivare fino a Fano, di cui 25km lungo il percorso della Panoramica nel Parco Regionale San Bartolo.
Due parole sul percorso della Panoramica: dopo 40km già nelle gambe, affrontare la salita alle 12.30 di una calda giornata di agosto non è come fare una passeggiata, ma il percorso è talmente suggestivo e ombreggiato quel tanto che basta per non farti soffrire troppo il caldo, che alla fine perdoni tuo marito che ti aveva convinto ad affrontare quella “salitina” con il miraggio del baretto dopo pochi chilometri (10km!).

Non vi sto a dettagliare tutta la vacanza e i luoghi, ma alcune cose su questo tratto di Ciclovia Adriatica ci tengo a dirle.
Da Cesena a Fano sono numerose le città della rete Comuni Ciclabili con valutazioni diverse, ovviamente, ma lungo questo tratto si vede l’impegno e il lavoro che stanno facendo le Amministrazioni locali per rendere vivibile il lungo mare e offrire così un contesto più gradevole per una vacanza rilassante.

Ci sono numerosi interventi per la ciclabilità e pedonalità che sono veramente di alto livello e cito su tutti, senza voler far torto a nessuno, Misano Adriatico. La cito perché siamo in una zona forse più nota per i motori che non per la bicicletta. Eppure, anche qui si stanno attrezzando per accogliere un turismo lento, fatto di bicicletta e di tranquillità data dall’assenza di auto nel lungo mare. Una situazione in particolare mi ha fatto tanta tenerezza e riportato indietro negli anni: lungo una strada ormai dedicata alle biciclette, 4 ragazzini stavano giocando a calcio e si sono fermati per farci transitare con le nostre biciclette. Una scena che mi ha fatto fare un tuffo nel passato, quando giocavamo in strada sotto casa e ci fermavamo ad ogni passaggio di auto, poche per fortuna a quei tempi.

Non posso non citare, inoltre, Pesaro e la sua Bicipolitana e proseguendo verso sud Fano: in questo tratto di Ciclovia Adriatica il numero di persone in bicicletta è paragonabile solo a paesi del nord Europa. La bellezza di pedalare costeggiando lunghissime spiagge dove il mare lo vedi – e non è sbarrato da teorie infinite di stabilimenti attrezzati – e ti puoi fermare per un bagno, per poi riprendere il tuo viaggio non ha prezzo.
L’accoglienza dei luoghi dove ti senti sempre di casa, le specialità gastronomiche e la ricchezza di storia di questi territori fanno della Ciclovia Adriatica un luogo ideale per il cicloturista…e tuttavia ne abbiamo incontrati pochissimi equipaggiati di borse e chiaramente itineranti come noi. 

C’è ancora molto lavoro da fare per le infrastrutture (ma abbiamo incontrato diversi cantieri in corso), soprattutto nella parte più a sud delle Marche, da Fano in giù per intenderci. Ciò che forse serve di più è però un progetto di ampio respiro di marketing mirato al settore del cicloturismo, per attirare cicloturisti nostrani e non solo tedeschi o austriaci. C’è un patrimonio che mai come oggi occorre saper sfruttare sapientemente e in modo sostenibile: il rilancio dell’economia può partire da un nuovo modo di fare le vacanze e questi territori sono una miniera di materia prima inestimabile!

Giulietta&Silvio

PS: noi stiamo già pensando di tornare il prossimo anno e questa volta ci porteremo i soci e socie FIAB.

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