In attesa di organizzare un incontro su un paio di biciviaggi estivi realizzati da alcuni soci e socie, ve ne raccontiamo uno.

 

Dall’ultima BICISTAFFETTA FIAB del 2016 per promuovere la ciclovia ADRIATICA (in quel caso il tratto dal Termoli a Rimini) sono successe tante cose e su tutte una pandemia che ha stravolto la vita delle persone e lo sviluppo economico del Paese. Tra un lockdown e l’altro sia l’estate 2020 che quella del 2021 sono state all’insegna della riscoperta dei territori italiani. In particolare, l’estate del 2021 ha fatto registrare numeri da record nelle località turistiche, con risvolti per altro non sempre positivi per la pressione eccessiva su realtà non abituate a grandi flussi di persone.

Il COVID ci ha costretto a rivedere anche il modo di muoversi per le vacanze, ma rimanere in Italia è stata una grande opportunità: abbiamo scoperto che vacanza non significa necessariamente fare migliaia di chilometri altrove e che i nostri territori hanno spesso bellezze ancora tutte da scoprire. Per la verità, per noi che pratichiamo il cicloturismo da anni, il turismo di prossimità è una pratica che ci ha permesso di conoscere (e far conoscere) luoghi e territori meno noti: il bello della bicicletta è proprio la possibilità di “entrare lentamente” nelle realtà territoriali, assaporarne la bellezza che ti circonda e ti riempie lo sguardo, percepire gli odori che cambiano da luogo a luogo, scoprire il profumo della gastronomia locale che si sprigiona nell’aria dalle case all’ora di pranzo e che ti spinge a fermarti alla prima trattoria tipica o anche solo al negozietto di generi alimentari per uno spuntino.

Per me e mio marito da molti anni ormai le vacanze o sono in bici o non sono e il periodo estivo è sempre stato dedicato a biciviaggi all’estero: avendo a disposizione più giorni, è possibile organizzare viaggi in bici più lunghi e ne abbiamo sempre approfittato per visitare nazioni oltre gli italici confini, anche con la curiosità di scoprire cosa fanno gli altri per la ciclabilità.
Le estati 2020 e 2021 sono state, per noi, delle straordinarie opportunità per andare alla ricerca delle novità che si sono sviluppate in Italia, un po’ ovunque, intorno alla bicicletta: grazie anche a molte risorse come mai prima, le Amministrazioni pubbliche hanno spesso realizzato interventi per la ciclabilità per venire incontro al crescente uso della bicicletta di questi anni, letteralmente esploso dopo la pandemia. Abbiamo quindi approfittato delle vacanze estive 2020 e 2021 per scoprire se e come hanno lavorato le Amministrazioni Pubbliche dei territori lungo la Ciclovia Adriatica, uno dei percorsi della Rete Nazionale Bicitalia (BI6 da Trieste a Santa Maria di Leuca) che in molti tratti è già ben strutturata e già frequentata da migliaia di cicloturisti.

La vacanza 2020 ci ha visto nel tratto Cesena-Fano, dove sono numerosi i “ComuniCiclabili” a testimonianza di un lavoro per la mobilità ciclistica di molti anni i cui risultati sono visibili. Insomma, abbiamo iniziato andando “sul facile”: lo abbiamo già raccontato lo scorso anno e non vogliamo ripeterci se non per suggerire questo tratto a chi si muove con i piccoli: è un percorso semplice, quasi sempre con un’infrastruttura dedicata – non tutte di alta qualità ma funzionali – e con la possibilità di fermarsi anche per un bagno o momenti di relax lungo la costa…e si sa che con i piccoli è bene prevedere anche queste possibilità. Un’unica raccomandazione: evitate il mese di agosto perché i percorsi sono molto affollati (più dal turismo locale che non da cicloturisti itineranti) e talvolta diventa difficile percorrerli se non con bici a mano.

Nell’estate 2021 abbiamo voluto proseguire lungo la Ciclovia Adriatica, nel tratto da Porto S. Giorgio a Termoli, attraversando quindi tre regioni Marche, Abruzzo e Molise. Abbiamo evitato il tratto dopo Fano fino a Porto Recanati-Porto Civitanova che presenta ancora molte criticità ma contiamo, prima o poi, di fare una verifica anche di questi percorsi.

 

La nostra bicivacanza è iniziata da Porto San Giorgio, direzione Tortoreto, meta della nostra prima tappa.
Devo dire, con rammarico, che il lungo mare di Porto San Giorgio-Lido di Fermo è ancora predominio di chi utilizza l’auto: solo alcuni tratti e in alcuni orari (tipicamente serali) diventano zone pedonali. Eppure, il lungo mare avrebbe proprio bisogno di una sistemazione diversa, recuperando spazi per una mobilità più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, con un’attenzione maggiore all’arredo urbano che renda più gradevole ed accattivante la fruizione del lungo mare durante tutto l’anno. Perché il cicloturista, specie dal nord Europa, si muove in tutti i mesi dell’anno: località come Porto S. Giorgio e molte altre lungo la Ciclovia Adriatica hanno la straordinaria opportunità di moltiplicare le presenze legate al turismo oltre i classici mesi estivi.

Da Porto S. Giorgio, direzione sud, cominciamo la nostra vacanza a pedali, lungo un percorso quasi sempre lungo mare che offre scorci suggestivi oltre alla possibilità di fare soste in molte piccole località turistiche più o meno conosciute. Ne citiamo solo alcune: Pedaso, Cupra Marittima, Grottammare, San Benedetto del Tronto e di lì a poco supereremo il confine delle Marche per entrare in Abruzzo e terminare il nostro primo giorno a Tortoreto.
Come tutte le città di costa, appena si lascia il mare alle spalle si comincia a salire, perché i paesi hanno sempre il loro nucleo più antico in collina. Avendo tempo (e gambe) consigliamo di visitare queste località inerpicate sulla collina: sono spesso dei piccoli gioielli dove si respira ancora l’aria del paese d’altri tempi. Lungo questo percorso, classificati tra i Borghi Più Belli d’Italia, ci sono Torre di Palme e Grottammare.
La nostra prima giornata si conclude in un B&B delizioso, ma, come si diceva, raggiungibile dopo una salita piuttosto impegnativa di 4 km. Quando cercate un posto per la notte, vi consiglio di verificare le distanze dal mare….e se non vi sentite proprio pronti cercate nella zona lungo la costa.

La seconda giornata è da Tortoreto a Ortona e ci fa compagnia lungo il percorso un amico, Giancarlo, che è anche il coordinatore regionale FIAB.
Prima tappa a Giulianova per un saluto ad amici in vacanza lì e poi foto di rito al 43° parallelo “…. Un filo immaginario che congiunge l’Adriatico al Tirreno, l’Oceano Pacifico all’Oceano Atlantico” come recita il sito dedicato (www.43paralleloitaly.it).
Da Tortoreto il percorso lungo mare è molto gradevole e l’azzurro della ciclovia è tutt’uno col mare e il cielo. Unico neo, che è evidentemente una caratteristica delle piste ciclabili affiancate a percorsi pedonali: il più delle volte i pedoni passeggiano sulla ciclabile. E badate bene: stiamo parlando di percorsi lungo mare con ampi spazi per passeggiare, ma ci deve essere una sorta di calamita che attira immancabilmente i pedoni sulla pista ciclabile. Se penso a quante volte ci sentiamo dire “questi ciclisti che sfrecciano sui marciapiedi….” Ci verrebbe voglia di cominciare a sfrecciare sulla ciclabile scampanellando come se non ci fosse un domani…..ma poi ci ricordiamo che siamo personcine a modo e ci limitiamo a farci sentire educatamente.

Lungo il nostro percorso sono numerosi i Comuni insigniti della Bandiera Gialla dei ComuniCiclabili ed evidentemente si è compreso che investire sulla ciclabilità ha un ritorno nel settore del turismo. Lungo il percorso ciò che balza all’occhio è il numero di persone in bicicletta che è direttamente proporzionale alla qualità degli interventi a conferma del fatto che dove viene realizzata una buona rete ciclabile le persone cambiano immediatamente abitudini di mobilità: scendono dall’auto e saltano in sella.
Una ulteriore conferma di questa cosa è il lungo mare di Pescara, dove è posizionato un contabici. Quando siamo transitati di lì (era il 20 agosto), segnava 455.435 passaggi da aprile 2021, come dire circa 114.000 passaggi al mese, circa 60.000 passaggi di auto in meno (con un conto a spanne di 2 persone per auto): proviamo ad immaginare cosa sarebbe stato il lungomare senza questa infrastruttura “mangia traffico”! A Pescara incontriamo un’altra amica, Laura: le vacanze sono belle anche per rivedere persone che non incontri da tempo!

Dopo un lauto pranzo di pesce all’immancabile chiosco sulla spiaggia (diciamolo: in quanto a pranzi e cene non ci siamo fatti mancare nulla), si riparte verso Ortona ma dopo Francavilla c’è un brutto attraversamento sulla Statale Adriatica che dobbiamo percorrere per qualche chilometro: questo tratto, dovendo accompagnare un gruppo o con bambini va evitato accuratamente.
Si potrebbe approfittare del treno da Francavilla…ma occorre anche una buona dose di fortuna perché il trasporto ferroviario regionale in questa zona può far salire fino 2 biciclette! E dunque, nel caso, verificate prima il tipo di treno disponibile, se ce n’è.
Il nostro ultimo tratto fino ad Ortona, dopo i pochi chilometri sulla Statale, è su strade a basso traffico ma con diverse salite che, a fine giornata, si fanno sentire. La cena al ristorante di San Vito con una magnifica terrazza sul mare della Costa dei Trabocchi, magicamente trovato (è il caso di dirlo perché quest’anno sembrava fossimo tutti in vacanza in Abruzzo e tutti al ristorante!) dall’amica Laura, ci ha ripagato di ogni fatica.

La terza giornata è lungo l’ormai famosissima Costa dei Trabocchi Ortona-Vasto e oggi siamo ancora in compagnia degli amici “locali” Laura e Giancarlo. Primo appuntamento alla stazione di Ortona e fin qui tutto bene col treno per i nostri amici che arrivano da Pescara, non sarà così al ritorno per loro che vivranno la disavventura di un malcapitato con bici cui viene impedito di salire a bordo, perché posti bici (2) esauriti.
La situazione ha scatenato la vibrante protesta da parte di questa persona che, comunque, alla fine ha dovuto ceder le armi. Il pensiero è andato a TRENORD e ci siamo detti: non siamo soli….in questa brutta gestione del treno+bici, ma la cosa non ci consola affatto. I nostri prodi amici, testimoni, hanno dato eco alla vicenda attraverso giornali, social media…..e la Regione si è sentita chiamata in causa e ha chiesto un incontro ufficiale al coordinatore FIAB: comprenderanno mai – loro come altri – che il cicloturismo è una risorsa economica importante per territori ma che non vive di sola ciclovia, per quanto bella possa essere, e che l’intermodalità è indispensabile?

Torniamo al percorso dei Trabocchi, affacciato sull’Adriatico punteggiato da queste casupole in mezzo all’acqua dove, se sei fortunato, il pesce te lo cuociono appena pescato oppure incontri il “trabocchista” (permettetemi il neologismo) filosofo che, attraverso alcune scritte ogni giorno diverse, invita le persone a riflettere. E su questa meraviglia il nostro stupore è: perché non è meta di frotte di turisti d’oltralpe a cavallo della loro bici con borse al seguito? Lungo tutto il percorso, per la verità, io e mio marito eravamo gli unici cicloturisti in viaggio itinerante, mentre la stragrande maggioranza era composta da ciclisti “stanziali”, del posto o in vacanza sul posto. C’è ancora molto da fare soprattutto dal un punto di vista di marketing territoriale, oltre che migliorare i servizi per il turista in bici (vedi intermodalità di cui sopra)!
Chiudiamo la giornata con una passeggiata a Vasto, cittadina deliziosa, e un ristorantino di pesce da urlo.

Quarta giornata da Vasto a Termoli. Pochi chilometri rispetto ai giorni precedenti, circa 40, e gli ultimi 15 su strada Statale Adriatica: peccato, un’infrastruttura ciclabile di 15 km non è un investimento impossibile per una Regione ma soprattutto permetterebbe di raggiungere il lungo mare di Termoli che, invece, è ben realizzato e incredibilmente deserto! Forse era solo l’orario sbagliato….mah…. Resta il fatto che sono località, queste, che potrebbero attrarre un turismo destagionalizzato e fare realmente la fortuna economica del territorio! L’esempio più concreto in Italia è la ciclovia di Sanremo in Liguria, frequentata nelle quattro stagioni dove anche piccoli borghi all’interno sono rinati grazie al cicloturismo (solo un esempio: Finalborgo). A Termoli si conclude la nostra bicivacanza e ci concediamo un giorno in più di relax in questa bella cittadina del Molise.
A proposito di Molise su cui la battuta più frequente è che “non esiste”: non solo esiste, ma è anche una terra bella ed ospitale…però non abbiamo trovato 1 cartello che indicasse l’inizio della Regione. Abbiamo pensato che tengono molto alla loro privacy, chissà…

Dal Molise siamo rientrati nelle Marche provando l’ebrezza del treno intercity: prenotazione del posto bici contestuale a quella del passeggero, spazio bici sufficientemente confortevole…a parte dover appendere la bici (chiaramente chi pensa a questi servizi non ha mai preso un treno con bici in vita sua). Anche l’accesso al treno con gradini non è semplicissimo e in questo casi non posso non pensare a chi ha dei problemi fisici: le nostre città sono solo per normodotati e degli altri ci si ricorda solo durante le paralimpiadi.
E comunque, al netto dei problemi, “tanta roba” come dicono i giovani!

A conclusione di questa bicivacanza la premiata ditta Silvio&Giulietta sta già pensando al 2022: siete pronti per scoprire anche voi questo tratto di Ciclovia Adriatica?

 

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