Nei giorni scorsi il taglio di decine e decine di tigli che impreziosivano gli storici filari di viale De Gasperi a San Donato Milanese (MI) ha suscitato stupore e polemiche, mettendo tutti di fronte a un drastico cambiamento del volto del quartiere e della città.
A fronte delle proteste dei cittadini, Sindaco e Amministrazione Comunale hanno affermato che questo e altri interventi stradali sono il “male necessario” dovuto all’entrata in funzione del Sesto Palazzo Uffici e all’approvazione del progetto di ristrutturazione dell’Eni Station a Metanopoli. In realtà, si stanno realizzando nuove rotonde e interventi viabilistici che prolungano strade e attraggono nuovi flussi veicolari, scegliendo di inseguire l’illusione che, allargando le carreggiate e dando priorità di passaggio ad auto e mezzi pesanti, si avrà maggiore fluidità e meno impatto ambientale. Sarà tutto il contrario, come ampiamente dimostrato da molteplici studi al riguardo.

Non vogliamo entrare nel merito delle scelte urbanistiche adottate oggi o ereditate dal recente passato; e nemmeno soffermarci sulle piantumazioni compensative di nuove essenze arboree, i cui effetti benefici si avranno tra molti anni. Crediamo che sia venuto il momento di realizzare per davvero quella “svolta green” che tutti dichiariamo di volere, mettendo in atto piccole e grandi azioni che possano migliorare la qualità della vita in ambito locale, a partire del tema della mobilità e del traffico. Stiamo parlando di San Donato Milanese, una città con un regolamento edilizio all’avanguardia, un biciplan redatto da esperti qualificati, un vincolo paesaggistico-ambientale che preserva l’impianto urbano originale voluto da Enrico Mattei, e un regolamento del verde pensato per tutelare il patrimonio arboreo e per garantire un effetto barriera sulle strade principali, oltre che mitigare gli effetti nocivi di smog e inquinamento acustico derivanti dal traffico. In sintesi, esistono già regole comunali e sovracomunali, linee guida e impegni amministrativi da rispettare e applicare al meglio.
Purtroppo, gli alberi tagliati – tutti sani e di grande fusto – non ci saranno restituiti. Purtroppo, il grande parcheggio sotterraneo a uso pubblico che sta per essere completato nelle adiacenze del Sesto Palazzo Uffici non può più essere messo in discussione, e dovremo convivere con il rischio quotidiano di centinaia di nuove auto attratte in zona e provenienti da fuori città.

Serve quindi operare da oggi in avanti in modo oculato e coerente per promuovere la mobilità ciclistica, il trasporto pubblico, gli spostamenti a piedi e di chi si muove con difficoltà perché disabile, bambino o anziano. Vorremmo fossero subito dati dei segnali positivi, rivedendo e migliorando gli interventi in essere e le scelte a Metanopoli e chiediamo:

– la modifica della nuova rotonda sulla via Emilia realizzata all’incrocio con via Correggio, per garantire un percorso diretto per pedoni e ciclisti che si muovono lungo l’asse della via Emilia;
un nuovo studio riguardante la mobilità nell’area del Sesto Palazzo Uffici, per riconsiderare se servono tutte le nuove rotonde e gli interventi di fluidificazione del traffico veicolare, oltre che per contrastare l’aumento ingiustificato di posti auto a disposizione di chi viene da fuori città;
la realizzazione di una pista ciclabile in via Correggio, così da avere un percorso continuo dalla stazione ferroviaria, verso la via Emilia, che poi si connette con la pista ciclabile San Donato-Peschiera;
locali biciclette all’interno dei nuovi edifici e un’ampia offerta di parcheggi bici nelle aree immediatamente esterne;
– la revisione del progetto della nuova strada di collegamento tra via Battisti e viale De Gasperi, per garantire spazi pedonali e un’adeguata pista ciclabile in sede propria, da realizzare in linea con il disegno architettonico del mai completato “boulevard” di via Gramsci-Battisti.

 

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