Nell’anno di grazia 2023 d.c (dopo Covid), si torna a pedalare oltre l’italico confine: Francia, Canal du Midi, da Toulouse a Sète. È sano ogni tanto verificare de visu cosa fanno gli altri e scoprire che il mondo della ciclabilità esiste ed è molto più semplice di come lo si vive in Italia.
Ogni volta che pedalo in paesi a “ciclabilità avanzata” mi chiedo perché in Italia è tutto complicato, quando si tratta di bicicletta.
In Francia ho pedalato su strade a senso unico eccetto bici dove gli automobilisti attendevano serenamente che transitassero i ciclisti perché in due non ci si stava; tantissime le soluzioni con corsie ciclabili in carreggiata ben segnalate; cartelli ovunque che chiedono di fare attenzione a pedoni e ciclisti; accorgimenti semplici come una sagoma di un bambino agli attraversamenti pedonali. E no, non eravamo nei paesini sperduti nel nulla, ma anche in città medio grandi e sicuramente paragonabili a una qualsiasi realtà urbana di medie dimensioni della grande ed evoluta Città Metropolitana di Milano (tipo Melegnano).
Poi torni a casa e ti restano tanti ricordi, gli occhi ancora pieni dei paesaggi e luoghi visitati, le esperienze condivise con bici-amici…e una domanda martellante “perché da noi no?”
Giulietta
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