Non abbiamo dimenticato i recentissimi drammi stradali sulla Via Emilia a Melegnano, ma ogni volta di più ci mancano le parole, parole che non vengano distorte, parole che non aizzino i peggiori istinti per cercare sempre di pulire la nostra coscienza e non cambiare mai, fino alla prossima vittima.
Ci mancano le parole per gli Amministratori pubblici il cui primo pensiero – SEMPRE – è come gestire il tema SENZA DISTURBARE minimamente l’automobilista, perché i diritti dell’automobilista, piaccia o no, VENGONO SEMPRE prima della vita delle persone.
E questo a prescindere anche dall’appartenenza partitica. Tutto è tollerato, anche lo scempio del parcheggio ovunque: davanti alle scuole, sui sagrati della chiesa, nelle piazze pedonali con tanto di cartello di rimozione forzata, negli stalli dell’handicap, negli spazi verdi come il Fossato del Castello di Melegnano. Tutto tollerato, fino al prossimo incidente dove tutti e tutte si stracceranno le vesti per qualche giorno e poi, via a pestare il piede sull’acceleratore.
E questo a prescindere anche dall’appartenenza partitica. Tutto è tollerato, anche lo scempio del parcheggio ovunque: davanti alle scuole, sui sagrati della chiesa, nelle piazze pedonali con tanto di cartello di rimozione forzata, negli stalli dell’handicap, negli spazi verdi come il Fossato del Castello di Melegnano. Tutto tollerato, fino al prossimo incidente dove tutti e tutte si stracceranno le vesti per qualche giorno e poi, via a pestare il piede sull’acceleratore.
Ecco, non abbiamo dimenticato la persona deceduta sulla Via Emilia a cui va il rispetto che si deve ai morti.
E prima di aprire bocca sulle possibili soluzioni, leggiamo, informiamoci, ragioniamo: qui una lettera di Marco Scarponi che molti di noi hanno conosciuto a Melegnano.
“….Questa è la migliore strada possibile e la morte violenta degli altri è il tributo da pagare al progresso motoristico, per la mia e la tua libertà, per la mia e la tua autonomia, vere o presunte che siano. A un monopattino o a una bici elettrica blocchiamo la velocità perché pericolosi e soprattutto perché possono mettere in discussione quelle libertà e autonomia che devono restare chiuse dentro l’automobile, ben protette e soprattutto senza limitatori di velocità….”.
Non assolviamoci: siamo tutti responsabili di questa mattanza!