MELEGNANO, LA VIA EMILIA SPIEGATA BENE

L’intervento sulla via Emilia aveva scatenato un vibrante dibattito in città.
Questo video racconta molto bene le ragioni che stanno dietro a quell’intervento che ha portato a dei risultati importanti: prima dell’intervento la strada aveva una larghezza dai 9 agli 11 mt e la velocità media rilevata era tra i 70 e i 90 km/h.
DOPO L’INTERVENTO CICLABILE la strada è diventata 6/7mt e la velocità media è 35/38 km/h.
Ci sembra un ottimo risultato.

LA NUOVA VIA EMILIA DI MELEGNANO FA STRADA…..

LA NUOVA VIA EMILIA DI MELEGNANO FA STRADA…..

La nuova Via Emilia di Melegnano ha aperto una “nuova era” della mobilità.
Le polemiche vanno scemando e sempre più persone cominciano ad apprezzare questo nuovo modello di città.
In tanti, da più parti, la portano ad esempio, ma quello che è più importante è la spinta che ha dato ad una nostra idea che parte da lontano.

Era il 2015 quando un gruppo di ciclisti e cicliste partirono da Forlì con l’obbiettivo di arrivare a Milano percorrendo la Via Emilia e chiedere così, ai territori, di accogliere l’idea della “ciclabile sulla via Emilia”.
FIAB Melegnano accolse questo gruppo di ardimentosi e lo accompagnò fino a Milano.
Ora quel sogno sembra stia prendendo forma: il tratto di Melegnano è pronto e ha fatto da apripista ad uno studio di fattibilità per proseguire fino a Milano.
Noi ci crediamo e speriamo solo che lo studio di fattibilità possa vedere la sua realizzazione NON in tempi biblici: i tempi verso un nuovo modello di sviluppo sono ormai maturi e il momento di agire è OGGI.

VIA EMILIA: QUANTA ATTENZIONE ALLA SICUREZZA DEI CICLISTI, MA…..

VIA EMILIA: QUANTA ATTENZIONE ALLA SICUREZZA DEI CICLISTI, MA…..

Lettera aperta per la vicenda della corsia ciclabile della Via Emilia a Melegnano

Le polemiche, sappiamo, sono sempre all’ordine del giorno quando si fanno interventi per la ciclabilità e a Melegnano non si è fatta eccezione alla regola.
Ognuno ha detto la sua e ci sembra giunto il momento di far sentire anche la voce della nostra associazione che da anni si spende per una mobilità realmente sostenibile, per città più vivibili per tutti e tutte e per la sicurezza degli utenti più vulnerabili della strada.

L’ISTAT fornisce ogni anno i dati sulle cause principali degli incidenti stradali: nel 2019 3173 sono stati i morti sulle strade italiane di cui 534 pedoni e 253 ciclisti (+15,5%) oltre a 241.384 feriti.
Sempre secondo i dati statistici resi noti dall’ANAS la distrazione è causa principale degli incidenti stradali, sempre più spesso causata da un uso eccessivo e disinvolto di smartphone durante la guida.
La velocità dell’auto fa la differenza proprio in caso di distrazione: a 30km all’ora è più facile governare il proprio mezzo in caso di un imprevisto sulla strada, “imprevisto” che può essere una persona che attraversa sulle strisce pedonali o un bambino che scappa dalla mano dell’adulto.
Ogni anno FIAB Melegnano ricorda la Giornata delle Vittime della strada a novembre per chiedere interventi adeguati alla sicurezza di tutti e tutte, a partire dal più vulnerabile, e francamente non ci siamo mai accorti delle tante persone che oggi sono preoccupate per la sicurezza dei ciclisti sulla via Emilia.
Per carità, non ci stupisce questa alzata di scudi: per alcuni è il leit motiv di ogni campagna elettorale, perché la sicurezza è sempre un elemento utile per parlare alla pancia delle persone.

Cerchiamo quindi di riportare l’argomento in un quadro di razionalità.

1. Questo genere di intervento è ampiamente utilizzato e non solo nei Paesi notoriamente ciclabili. Questi interventi AIUTANO prima di tutto a far capire che esistono altri utenti sulla strada. Vedere una striscia rossa, dei pittogrammi sono utili anche come strumento di comunicazione visiva. Problemi particolari di sicurezza non ci risultano: abbiamo sempre chiesto, a chi parla di sicurezza, di darci i dati per poter verificare (perché magari ci sfugge qualcosa) ma ad oggi NON UNO di quelli che parlano di sicurezza è riuscito a darci una documentazione scientificamente attendibile da studiare
2. Creare uno spazio per i ciclisti DA’ al cittadino in bicicletta dei diritti: LE PERSONE IN BICICLETTA lì ci passano da sempre e se gli automobilisti ci parcheggiano potranno essere multati, ad esempio.
E il problema non è la striscia rossa per i ciclisti ma chi parcheggia senza averne diritto
3. La via Emilia E’ una strada urbana e i cittadini e cittadine che abitano al di là HANNO diritto di attraversare in sicurezza: oggi c’è uno spazio anche per loro. Se vi sembra poco….
4. Le piste ciclabili, le corsie ciclabili NON SI FANNO dove non danno fastidio alle auto. SI FANNO DOVE SERVONO. Sulla via Emilia serve per CAMBIARE modo di muoversi sulle lunghe distanze.
La bicicletta non si usa SOLO per fare i 100 mt e andare a prendere il pane, ma ci si va anche al lavoro se ci sono spazi che lo permettono
4. Il controllo del rispetto delle velocità, come delle auto in sosta vietata, è doveroso: ci auguriamo solo che non ci si lamenti poi del “Comune che fa cassa”

Ci fermiamo qui, ma rimandiamo al nostro sito per vedere le cose che abbiamo fatto in questi anni per promuovere la sicurezza di tutti.

Noi crediamo in una città diversa fatta per le persone e la mobilità sostenibile è un elemento indispensabile per una città più vivibile.
Ora attendiamo i tanti “nuovi paladini della sicurezza del ciclista” alle prossime iniziative dell’associazione per la richiesta di chiusura di strade al traffico, a partire dalle strade scolastiche: quella sì che dà la massima sicurezza a tutti e tutte!

Diego Segalini
Presidente FIAB Melegnano

Melegnano, 12 marzo 2021

 

LA VIA EMILIA, IL NUOVO CODICE DELLA STRADA E NUOVI COMPORTAMENTI

LA VIA EMILIA, IL NUOVO CODICE DELLA STRADA E NUOVI COMPORTAMENTI

Lo spazio pubblico è uno spazio di tutti che ognuno può usufruire: le strade, le piazze, i giardini, i parchi e via di seguito sono luoghi pubblici e per governarne l’uso ci sono regolamenti, segnaletica, leggi. Lo spazio pubblico si può modificare, in modo permanente o temporaneo, e con esso le norme che lo regolano.
Facciamo alcuni esempi.
Aree verdi incolte che diventano parchi o giardini e che vengono poi regolamentate nell’uso: apertura/chiusura, attenzione alle essenze arboree e protezione di specie animali, solo per fare qualche esempio.
Strade dove vengono installati semafori fino a ieri inesistenti: la segnaletica indica questo dispositivo perché si possa frenare per tempo.
Autostrade deviate per lavori in corso: la segnaletica indica le alternative perché si eviti il cantiere e i problemi annessi.
Un parcheggio per disabili, fino al giorno prima inesistente e realizzato perché sorta una necessità specifica, opportunamente segnalato indica chi può sostare in quel punto.
Sono solo alcuni esempi per ragionare sul tema dello spazio pubblico che deve essere messo a disposizione di ogni cittadino/a perché ognuno ne ha diritto, bambini e bambine inclusi.

Veniamo al tema della viabilità, governata dal Codice della Strada.
Nel corso degli anni la mobilità nelle città è diventata sempre più inefficiente a causa di un insostenibile numero di auto in circolazione: siamo il Paese europeo con il maggior numero di auto ogni 1000 abitanti – 646 – superati solo dal Lussemburgo.
Nel vano tentativo di “fluidificare” il traffico, si è dedicato sempre maggior spazio pubblico al mezzo di trasporto privato, a discapito dei diritti di una gran parte della cittadinanza, a partire dai più piccoli cui non è permesso neanche l’accesso alla propria scuola senza un muro di auto parcheggiate.

Da molti decenni si è compreso, dati alla mano, che è impossibile dare risposte di mobilità efficiente attraverso l’uso del mezzo privato ed occorre, invece, trovare soluzioni nel trasporto collettivo, la mobilità condivisa e la bicicletta, oltre le proprie gambe che sono il vero “primo mezzo di trasporto” di ognuno di noi.
Ecco che nascono nuovi modi di gestire lo spazio pubblico delle strade: si restituisce spazio alle persone che possono così tornare a camminare in sicurezza, muoversi in autonomia anche con mobilità ridotta, prendere una bicicletta o un mezzo di trasporto collettivo.
Sono processi di cambiamento lunghi e faticosi che alcune Nazioni, Regioni, Città hanno iniziato molti anni fa, mentre altri stanno affrontando il tema solo in questi ultimi tempi. (nella foto piazzale Loreto a Milano)

Per dare modo alle persone di modificare il proprio stile di mobilità, occorre cambiare la struttura delle città, della viabilità e darsi nuove norme di comportamento: in Italia solo di recente sono state introdotte alcune nuove regole del Codice della Strada per venire incontro alle necessità di mobilità in sicurezza di chi utilizza la bicicletta, ad esempio.

Nuove esigenze di mobilità in bicicletta sono emerse con maggior vigore nell’ultimo anno: la pandemia ci ha costretto a rivedere il nostro stile di vita quotidiano sotto molti aspetti, compreso quello della mobilità. In molti hanno (ri)scoperto la bicicletta come ottimo mezzo di trasporto: efficiente perché su distanze intorno ai 5km non teme confronti con l’auto, sano perché ci permette di fare la necessaria attività fisica quotidiana, utile per mantenere la giusta distanza richiesta dalla pandemia, poco ingombrante per lo spazio pubblico e non inquinante per rendere l’aria più respirabile per tutti, anche per quelli che vanno in auto.

Veniamo alla nuova sistemazione viabilistica della via Emilia.
La via Emilia, nonostante sia una strada urbana, ha mantenuto le caratteristiche di una strada statale e come tale inadeguata ed insicura per persone che abitano nei dintorni.
La realizzazione di percorsi ciclabili realizzati a norma delle nuove regole del CDS restituisce spazio per i cittadini e le cittadine che possono spostarsi più tranquillamente in bicicletta, ricuce un pezzo di città grazie ai diversi attraversamenti pedonali in sicurezza e l’abbassamento dei limiti di velocità è un ulteriore elemento di sicurezza anche per gli automobilisti.
La strada è cambiata e ognuno dovrà adattare i propri comportamenti in auto: non è difficile, lo facciamo già in moltissimi altri casi e anche se non conosciamo ancora le nuove norme del Codice della Strada basta prestare attenzione alla segnaletica che col tempo impareremo a riconoscere, a Melegnano come in molte altre città.
Qualche esempio. Si presta attenzione anche alle biciclette quando si esce da un carraio o da un parcheggio, esattamente come si fa per immettersi sulla strada per evitare l’auto in transito; si abbassa la velocità non solo perché c’è il cartello del limite (e sarebbe più che sufficiente) ma perché ci sono dei piani rialzati per l’attraversamento pedonale; ci si ferma prima della “casa avanzata” presente ai semafori. Questa è la segnaletica meno conosciuta, fino ad oggi, dai più: è uno spazio dedicato alle biciclette posto davanti alle auto alle fermate dei semafori per permettere alla persona in bicicletta di non respirare il tubo di scappamento, di essere ben visibile alla ripartenza evitando all’automobilista di travolgere il ciclista nella svolta a destra o sinistra.

Le novità destano sempre delle preoccupazioni, nella maggior parte delle persone: tra qualche mese non ci si ricorderà più di come era la “vecchia via Emilia”.
E il nostro auspicio è che poi si possa proseguire in bicicletta lungo la via Emilia verso Milano: questa, sì, sarebbe una grande opera!

CICLABILITA’ E VIA EMILIA: UN PROGETTO PER RICUCIRE LA CITTA’

CICLABILITA’ E VIA EMILIA: UN PROGETTO PER RICUCIRE LA CITTA’

Lʼattesa è finita e da qualche giorno sono iniziati i lavori sul tratto urbano della Via Emilia per la realizzazione di due corsie ciclabili, una per senso di percorrenza, il restringimento della carreggiata riservata alle auto e il rialzamento degli attraversamenti pedonali.
LʼAmministrazione Comunale ha quindi deciso di destinare parte dei fondi regionali legati allʼemergenza Covid per rendere più vivibile e umano un tratto di strada storicamente caratterizzato da forte presenza di automezzi, anche pesanti, velocità, sorpassi: una mole di traffico veicolare poco in linea con il concetto di strada urbana sicura.
Un risultato sarà quello di ricucire – finalmente – quella parte di città “tagliata fuori” con il resto di Melegnano.

Questa novità ha generato alcune polemiche sui social, dove i tipici commenti dai toni aggressivi, legati soprattuto alla paura del cambiamento e alla poca conoscenza dellʼargomento, non sono che casi isolati: ormai le persone sono sempre più consapevoli della necessità di un nuovo modello di mobilità e sono quindi in pochi a sottovalutare lʼimportanza di questo intervento per la sicurezza di tutti quelli che vivono la città e le sue strade con mezzi più adatti ..al futuro!
Stiamo assistendo ogni giorno a piccoli grandi cambiamenti: la consapevolezza che è arrivato il momento di cambiare si nota anche negli atteggiamenti dellʼautomobilista puro e duro o dello scettico nei confronti delle corsie ciclabili. Perfino il mondo della pubblicità, il “grande inganno” degli spot delle case automobilistiche, sembra stiano cambiando verso: in una recente pubblicità si sottolinea (nelle tre diverse versioni) che sportivi, pedoni e ciclisti hanno lo stesso diritto di usare la strada quanto lʼautomobilista.

Tante cose dimostrano che da anni Fiab ha lavorato nella direzione giusta, ma non è il momento di festeggiare e cantare vittoria: il lavoro da fare è ancora molto e Fiab Melegnano continua a guardare avanti.
Si sta compiendo, oggi, un passo in più nella giusta direzione, ma la creazione di una vera rete stradale continua per favorire la ciclabilità e la micro-mobilità nella Città Metropolitana è ancora lontana e quindi continuiamo a rimboccarci le maniche e ovviamente a pedalare.

Diego Segalini
Presidente FIAB Melegnano
RIVOLUZIONE BICI

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